La parola Anime deriva da animeshon, traslitterazione giapponese della parola inglese animation (animazione), è un neologismo con cui in Giappone, a partire dalla fine degli anni settanta, si indicano l'animazione ed i cartoni animati.
Secondo un'accezione generica in Occidente si tende a definire anime come sinonimo di "cartone animato giapponese", sennonché una simile definizione, per quanto non sbagliata, non fornisce l'esatta idea della complessità e della varietà che caratterizzano questo medium.In realtà l'anime è allo stesso tempo un prodotto di intrattenimento commerciale, un fenomeno culturale popolare di massa ed una forma d'arte tecnologica.Esso è potenzialmente indirizzato ad ogni tipo di pubblico, dai bambini, agli adolescenti, agli adulti, fino ad arrivare ad una specializzazione del targeting sostanzialmente mutuata da quella esistente per i manga (fumetti giapponesi), con anime concepiti per categorie socio-demografiche specifiche quali impiegati, casalinghe, studenti, e via dicendo.
Il primo lungometraggio animato a colori, nonché primo della neonata casa di produzione Toei Doga,è Hakujaden di Taiji Yabushita (co-fondatore della Toei insieme a Sanae Yamamoto), realizzato nel 1958 e distribuito anche in Occidente (in Italia con il titolo "La leggenda del serpente bianco"). Tuttavia, l'industria dell'anime moderna deve senza dubbio la sua nascita e la sua fortuna a due fattori determinanti: da un lato l'esistenza risalente in Giappone di un mercato dei fumetti (manga) estremamente fiorente e dinamico, dall'altro l'avvento della televisione negli anni sessanta.
Il mercato annuale degli anime vale intorno ai 200 miliardi di yen (oltre 1 miliardo e mezzo di euro), conta circa 430 case di produzione in Giappone, di cui più della metà (264) ha sede nei quartieri centrali di Tokyo, con un indotto rilevantissimo. Il costo di produzione di un episodio di 30 minuti per la TV si aggira mediamente attorno ai dieci milioni di yen (circa 80.000 euro) ma può scendere fino a cinque.
La Japan External Trade Organization nel 2004 indica l'industria dei contenuti, e l'animazione in particolare, quale rilevante fenomeno produttivo e come una «importante risorsa
culturale e turistica» cruciale per la promozione dell'immagine del Giappone nel mondo.
Innumerevoli sono i miti e le leggende tratti dalla tradizione shintoista che forniscono agli anime ben più di uno spunto per le storie che narrano.In particolare, un tratto caratteristico dello shintoismo è proprio quello di combinare elementi fantastici e appartenenti a realtà situate oltre la normale soglia della percezione umana con l'ordinaria vita quotidiana, caratteristica che è facile riscontrare anche in moltissime opere animate giapponesi.
Ma a giocare spesso un ruolo nella trama è anche il buddhismo, in particolare lo zen.Questa tradizione, per il suo approccio pragmatico e diretto alla realtà, poco incline alla costruzione di sistemi concettuali che pretendano di spiegarla, ben si presta per storie in cui i personaggi svolgono ruoli d'azione,mostrando intrattenimento e spettacolarità. (Lìimmagine è la locandina del Film Ken il guerriero)
Altro fattore che porta negli anime tradizioni, aneddoti e situazioni è senz'altro l'etica marziale riconducibile fondamentalmente a quel complesso codice di comportamento costituito dal bushi-do , la via del nobile guerriero.Le storie degli anime tendono in particolare a fornire spettacolarizzazione dei combattimenti, ma anche a rappresentare il percorso morale e formativo del protagonista.Tuttavia è bene tener presente che esso fa da sfondo culturale non solo agli anime che in qualche modo siano incentrati sul combattimento, ma anche a molte storie di vita ordinaria, vissute tra i banchi di scuola come tra le mura domestiche.
La "rivoluzione" degli anime può riassumersi in tre capisaldi: enfatizzazione del movimento attraverso le tecniche di ripresa, storie avvincenti ed efficaci, elevata produttività degli staff. Una delle innovazioni cruciali introdotte dagli anime è quella delle tecniche di ripresa utilizzate per compensare l'animazione limitata, molto simili a quelle impiegate nella regia cinematografica.
Fonte:Wikipedia.org - http://it.wikipedia.org/wiki/Anime
Fonte immagine;http://www.movieplayer.it/adv/interstitial/1.html?next=/gallery/114566/la-locandina-di-ken-il-guerriero-la-leggenda-di-raoul/
Secondo un'accezione generica in Occidente si tende a definire anime come sinonimo di "cartone animato giapponese", sennonché una simile definizione, per quanto non sbagliata, non fornisce l'esatta idea della complessità e della varietà che caratterizzano questo medium.In realtà l'anime è allo stesso tempo un prodotto di intrattenimento commerciale, un fenomeno culturale popolare di massa ed una forma d'arte tecnologica.Esso è potenzialmente indirizzato ad ogni tipo di pubblico, dai bambini, agli adolescenti, agli adulti, fino ad arrivare ad una specializzazione del targeting sostanzialmente mutuata da quella esistente per i manga (fumetti giapponesi), con anime concepiti per categorie socio-demografiche specifiche quali impiegati, casalinghe, studenti, e via dicendo.
Il primo lungometraggio animato a colori, nonché primo della neonata casa di produzione Toei Doga,è Hakujaden di Taiji Yabushita (co-fondatore della Toei insieme a Sanae Yamamoto), realizzato nel 1958 e distribuito anche in Occidente (in Italia con il titolo "La leggenda del serpente bianco"). Tuttavia, l'industria dell'anime moderna deve senza dubbio la sua nascita e la sua fortuna a due fattori determinanti: da un lato l'esistenza risalente in Giappone di un mercato dei fumetti (manga) estremamente fiorente e dinamico, dall'altro l'avvento della televisione negli anni sessanta.
Il mercato annuale degli anime vale intorno ai 200 miliardi di yen (oltre 1 miliardo e mezzo di euro), conta circa 430 case di produzione in Giappone, di cui più della metà (264) ha sede nei quartieri centrali di Tokyo, con un indotto rilevantissimo. Il costo di produzione di un episodio di 30 minuti per la TV si aggira mediamente attorno ai dieci milioni di yen (circa 80.000 euro) ma può scendere fino a cinque.
La Japan External Trade Organization nel 2004 indica l'industria dei contenuti, e l'animazione in particolare, quale rilevante fenomeno produttivo e come una «importante risorsa

Innumerevoli sono i miti e le leggende tratti dalla tradizione shintoista che forniscono agli anime ben più di uno spunto per le storie che narrano.In particolare, un tratto caratteristico dello shintoismo è proprio quello di combinare elementi fantastici e appartenenti a realtà situate oltre la normale soglia della percezione umana con l'ordinaria vita quotidiana, caratteristica che è facile riscontrare anche in moltissime opere animate giapponesi.
Ma a giocare spesso un ruolo nella trama è anche il buddhismo, in particolare lo zen.Questa tradizione, per il suo approccio pragmatico e diretto alla realtà, poco incline alla costruzione di sistemi concettuali che pretendano di spiegarla, ben si presta per storie in cui i personaggi svolgono ruoli d'azione,mostrando intrattenimento e spettacolarità. (Lìimmagine è la locandina del Film Ken il guerriero)
Altro fattore che porta negli anime tradizioni, aneddoti e situazioni è senz'altro l'etica marziale riconducibile fondamentalmente a quel complesso codice di comportamento costituito dal bushi-do , la via del nobile guerriero.Le storie degli anime tendono in particolare a fornire spettacolarizzazione dei combattimenti, ma anche a rappresentare il percorso morale e formativo del protagonista.Tuttavia è bene tener presente che esso fa da sfondo culturale non solo agli anime che in qualche modo siano incentrati sul combattimento, ma anche a molte storie di vita ordinaria, vissute tra i banchi di scuola come tra le mura domestiche.
La "rivoluzione" degli anime può riassumersi in tre capisaldi: enfatizzazione del movimento attraverso le tecniche di ripresa, storie avvincenti ed efficaci, elevata produttività degli staff. Una delle innovazioni cruciali introdotte dagli anime è quella delle tecniche di ripresa utilizzate per compensare l'animazione limitata, molto simili a quelle impiegate nella regia cinematografica.
Fonte:Wikipedia.org - http://it.wikipedia.org/wiki/Anime
Fonte immagine;http://www.movieplayer.it/adv/interstitial/1.html?next=/gallery/114566/la-locandina-di-ken-il-guerriero-la-leggenda-di-raoul/
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